lunedì 4 settembre 2006

Caro Bersani, e se...

...sulla scia delle liberalizzazioni facessimo qualcosa anche per i ristoranti (e simili)?
La ristorazione ha subito la liberalizzazione del settore ancora anni fa ed oggi addirittura non serve neanche più l'esame al Rec (io cado in tutte le vigilie delle riforme: sono stato l'ultimo nel '68 con gli esami di maturità con tutte le materie). Ma una piccolissima riforma in ottant'anni di storia regia e repubblicana italiana nessuno l'ha ancora pensata.

Pensiamo a come è nato il ristorante moderno. All'inizio esisteva la posta per i cavalli, poi qualche intraprendente ha pensato di aggiungere alla stalla anche qualche camera e qualche tavolo per far riposare e mangiare anche i padroni dei cavalli. Le due attività si sono poi separate ed è nato il ristorante attuale, passando per la locanda, la trattoria e l'osteria.

Ma un concetto è rimasto alla sua base: il ristorante è un pubblico esercizio. Tale pensiero trova estrinsecazione nella nostra legge, mi pare del '30 (1930) o giù di lì, e quindi il ristoratore è e deve essere al servizio del pubblico.
E se provassimo a cambiare il concetto? Il ristoratore è un operatore commerciale, punto e basta.
Forse finalmente potremmo (noi chef e patron) prenderci qualche soddisfazione alla Marco Pierre White. Vedi post precedente, ragione numero due.

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