venerdì 22 settembre 2006

Conto alla rovescia

E' cominciato il conto alla rovescia. Non per le agognate ferie (a proposito, a novembre dove consigliate di andare a prendere un po' di sole?), non per l'anticipo delle tasse, ma per le guide.
E sì, ancora un mese e vedremo chi sale, chi scende, chi entra, chi esce dalle guide nazionali. Michelin, Espresso, Slow Food, Gambero Rosso, Veronelli - in ordine puramente casuale - sono in fase di stampa e tra gli chef ed i patron una domanda si insinua maligna: ci sarò o non ci sarò? Quanto mi hanno dato quest'anno?
Molti le snobbano, così dicono, perchè non sono attendibili, ma tutti ci terrebbero ad esserci. Due o tre anni fa uno chef francese si è suicidato per aver perso una stella. Esagerato? Mica tanto, se pensiamo che l'ingresso in una guida importante può portare ad un trenta percento di fatturato in più.
Personalmente essere in una guida rappresenta un enorme riconoscimento alle proprie capacità, ai propri sforzi, al proprio lavoro: ricevere i complimenti dai propri commensali fa sempre piacere, ma averli anche dalla critica non è assolutamente una brutta cosa.
Entrare, rimanere ed avanzare nel merito in una guida è anche un grande stimolo a fare ancora meglio, ancora di più. "Se sono arrivato fino a qui, migliorando questo o quello posso arrivare ancora un po' più su". E chi ne beneficia alla fin fine è non solo il proprio bilancio finanziario, ma anche il nostro cliente che troverà non la solita qualità, ma una qualità sempre migliore.
Questo spirito di migliorarsi dovrebbe essere alla base del lavoro di ogni professionista, ma a volte la pigrizia, la stanchezza, qualche piccola delusione possono far demordere l'entusiasmo che abbiamo in noi. La guida è lo schiaffone, positivo o negativo, che ti capita fra capo e collo: svegliati, hai possibilità di fare di più, tira fuori la grinta.
Almeno per questo dovremmo essere grati alle guide.

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