venerdì 8 settembre 2006

Ma chi scrive le ricette?

Qualcuno ha detto una volta: è più facile copiare che inventare. Coreani e cinesi lo sanno bene. Io non sono né cinese né giapponese né un genio, per cui sfoglio volentieri libri e riviste di cucina per captare qualche suggerimento.
A volte la ricetta mi colpisce così com'è; allora la provo, la modifico o la completo secondo le mie esigenze. Vissani è un grande maestro ed una grande fonte di suggerimenti, ma come tutti i grandi non si può copiare. Vissani è Vissani, come Sanremo.

Vissani, ma come lui Iaccarino, Sadler, Santin, Santini, Feolde, Beck, Marchesi e gli altri che compongono la top twelve della cucina italiana sono come Valentino, Armani o Versace. Si ammirano (o si odiano, come io odio D&G), ma sono loro che fanno l'alta cucina come l'alta moda. Noi cuochi "normali" possiamo solo prendere qualche idea, uno spunto, ma mai copiarli.

Detto questo, nel menu dell'autunno (v. post precedente) ho deciso di introdurre un nuovo dessert che - sulla carta - mi aveva colpito. Allora, in un momento di pausa del servizio, tiro fuori bilancia, uova, zucchero e gli altri ingredienti; peso tutto al grammo (per me la pasticceria è una scienza, oltre che un'arte), monto con la frusta, amalgamo, abbatto, ma alla fine il risultato non mi soddisfa. Quella che doveva essere una mousse al cioccolato per sei persone, è una specie di crema per cinque. Domani, quando il preparato sarà ben freddo, verificherò la consistenza, ma già da ora sospetto che dovrò rifare tutto.

Questo mi fa incavolare. A parte il costo delle materie prime, a parte il tempo buttato via, mi fa incavolare che qualcuno mi abbia preso per i fondelli. Sì, perchè questa è la sensazione di fronte ad una ricetta che non riesce. Chi la scrive dica chiaramente, magari come PS: oltre a questo c'è il segreto del cuoco, a voi scoprirlo. Ecco allora che tutto diventa un gioco e si prova ad indovinare quello che manca o è sbagliato.
Ma non scrivete una ricetta senza avvertenze. Il minimo che vi può capitare sono settantaquattro maledizioni.

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