domenica 3 settembre 2006

Verdure, che palle!

Nel mio profilo affermo che adoro lavorare con le verdure.

Intanto sono tantissime, in tutte le stagioni dell'anno, e questo permette di sbizzarrirsi in centomila maniere.
Pensiamo solo alle patate: fritte (ho detto patate, non segatura fatta a bastoncino e servita in bicchieroni di carta), lesse, al forno, cotte sotto la cenere, come ripieno, purè in settantadue varianti, con l'aggiunta di altri bendidio, di spezie, di erbe aromatiche, a flan, a soufflé, ed avanti all'infinito. Andate su un qualsiasi sito di cucina, mettete "patate" per la ricerca di una ricetta, ed avrete almeno venti pagine di risultati.

Poi, a volte basta solo il taglio per cambiare una verdura. Una banale carota in insalata può essere presentata a rondelle, a fettine lunghe e sottili tagliate con la mandolina, o a julienne: sempre carota è, ma la sensazione gustativa (e visiva ad essa collegata) è differente.

Innamorato delle verdure quindi? Certamente, ma non come primo piatto! Aborro, direbbe Mughini, quelli che iniziano il pasto con le verdure, e con questo mi attiro una raffica di post di protesta.
Non credo minimamente alle giustificazioni pseudo salutistiche della nuova tendenza di iniziare il pasto con le verdure. Per me, e lo sottolineo due volte, chi pratica quest'usanza o ha problemi con il proprio intestino o con le proprie tasche. Nel primo caso l'effetto lassativo delle fibre si ha anche se le verdure si consumano assieme a quello che una volta si chiamava il secondo piatto - carne, pesce, formaggio, uova o quant'altro uno preferisca. Nel secondo caso spesso ho il sospetto, guardando i miei commensali, che questa pessima abitudine sia un alibi per riempire lo stomaco a poco prezzo.

Con quello che costano oggi i prodotti dell'orto, perchè non mettiamo le verdure al ristorante allo stesso prezzo di un filetto di branzino? Addio salutismo, con buona pace per le maestre dell'asilo.

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