giovedì 19 ottobre 2006

Mezzogiorno e dintorni


Era molto tempo che non seguivo più la Prova del Cuoco, da quando, in pratica, è passata da trasmissione di divulgazione culinaria tramite una gara tra cuochi a spettacolo di intrattenimento meridiano con filastrocche da Zecchino d'Oro. Come avranno ben capito i miei blog-lettori, non sono uno di quelli che si trastulla con i bei tempi perduti, ma spesso - sull'onda del successo di un certo programma - le tramissioni vengono snaturate della loro vocazione originaria per qualcos'altro di indefinito. Così è avvenuto con la Prova del Cuoco, così come Striscia la Notizia o Quelli che il Calcio. L'unica scelta è passare ad un altro canale.
Negli ultimi giorni per un paio di volte mi è successo, però, di tornare su Rai1 a mezzogiorno e dintorni, ed ho trovato un paio di novità di rilievo - le uniche - che voglio segnalare. La prima è stata la partecipazione di un professore universitario che ha disquisito sulla cucina scientifica, come lui preferisce chiamare la cucina molecolare. Un intervento molto interessante sulle nuove frontiere, dimostrando come fare una specie di frittata - lui l'ha definita una cagliata di uovo - senza fuoco, ma con l'uso dell'alcol da cucina. Diverse ovviamente le reazioni: Bigazzi si è rifiutato di assaggiare il prodotto, temendo per la propria incolumità, Scarpa - uno dei cuochi - ha invece chiesto lumi in relazione all'HACCP. Questione di punti di vista.
La seconda novità è stata la partecipazione di - pensate un po' - Heinz Beck, uno dei Top Five italiani, proprio il mitico Heinz del Cavalieri Hilton. Ha presentato un piatto che il vecchio Beppe si è guardato bene dal contestare o chiosare, come suo costume.
Lo chef italo-tedesco per me rappresenta un modello, e lo indico sempre ai miei aiuti come esempio di come la scuola non faccia il cuoco, quanto fanno invece la passione, lo studio continuo, l'applicazione costante alla materia prima.
Heinz Beck ha fatto la scuola d'arte. Finite le superiori, la sua aspirazione era fare l'accademia e diventare un artista; suo padre, concreto austriaco, lo ha "convinto" a lasciar perdere secondo il vecchio detto (valido anche da quelle parti) né arte né parte, e lo ha paternamente "indirizzato" al più prosaico mondo del lavoro. E' così che è nato il grande chef, da anni stabilmente radicato sull'olimpo della cucina italiana, per fortuna nostra e forse sua.

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2 Comments:

Anonymous Anonimo dice che...

ho segnalato questo splendido punto di riflessione sulla cucina e il mondo che la circonda su http://www.blogitalia.it

Speriamo questo contribuisca ad aumentare il numero di visitatori..

19 ottobre, 2006 19:35  
Blogger Erik, il Vikingo dice che...

Grazie mille. Apprezzamenti come questo, in un panorama grigio di notizie, riconcilia con la vita.

20 ottobre, 2006 16:46  

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