martedì 7 novembre 2006

I nostri cari, odiati cugini


Ancora una volta ti ringrazio, FamBrambilla, per l'attenzione con cui segui questo blog.
Ancora una volta, mi pare, i nostri gusti coincidono: sarà un caso, ma a Parigi alloggerò proprio a St. Germain, dove abita e lavora mio figlio (a onor del vero è stato lui che mi ha prenotato l'albergo).
Sabato sera un'amica che è venuta a cena - purtroppo con il marito, sig! - mi ha riferito che a Parigi c'è una via dove si trovano tutti negozi di formaggi. Io ho cercato sulle guide e nel Web, ma non ci ho ricavato tanto. E' forse rue Mouffetard? Ti risulta?
Ribadisco - e concordo con te - che noi italiani dobbiamo imparare molto dai colleghi francesi in fatto di basi di cucina, ed ultimamente anche sulle nuove tendenze (la nouvelle cuisine è ormai ancienne, e non interessa più a nessuno). Uno chef francese ha insegnato a mio figlio, e lui di conseguenza a me, l'uso di spezie per noi inusuali, come il cardamomo o il coriandolo; beh, effettivamente il piatto ha quel qualcosa di diverso che i clienti ne rimangono affascinati.
Sul resto, formaggi e vini in particolare, sono convinto con te che abbiamo poco da imparare dai cugini d'Oltralpe. Loro, a loro volta, devono lasciar andare la fantasia come sappiamo fare solo noi.
Ad ogni buon conto, caro FamBrambilla, di fronte ad un calice di Beaujolais - in mancanza del Novello - brinderò alla tua salute. Cin cin.

P.S. - Carogna, potresti qualche volta invitarmi nel tuo giro di Gambero Rosso, Jaccarino, Ferran Adrià & C. Dirai: basta pagare. Ma gli amici si invitano, non si fanno pagare, hi hi.
Un altro cin cin a te.

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