giovedì 9 novembre 2006

Il Gambero Rosso in Trentino


Finalmente sono riuscito ad entrare in possesso della Guida 2007 del Gambero Rosso e, solito gioco, vado a curiosare nella mia realtà di frontiera (Alto Adige e Trentino, dove vivo).
Precisiamo subito che i numeri a volte sono fallaci, basti ricordare il noto principio del pollo statisticamente diviso fra due persone, uno che resta a bocca asciutta e l'altro che se lo mangia tutto. Però, a volte, anche i numeri hanno una loro valenza, se si va oltre i numeri per capire cosa c'è dietro.
Così stamani, di buon'ora, mi sono dilettato a fare quattro calcoli.
Il Gambero Rosso segnala in Trentino 17 ristoranti, contro i 48 dell'Alto Adige, come a dire che tre su quattro sono in provincia di Bolzano. In Trentino solo tre hanno ottenuto un punteggio da 80 in su, e di questi solo uno ha 85; in Alto Adige ben ventitrè superano la soglia dell'80, e fra questi troviamo addirittura un 90, un 89 e un 88.
Sempre riguardo al Trentino, contro due nuove entrate esce un locale (peraltro ben piazzato in altre guide); due ristoranti hanno un incremento di un punto rispetto all'anno scorso, ma altri tre perdono complessivamente il doppio, quattro punti.
Fin qui gli aridi numeri. Ma cosa c'è dietro?
Potrebbe esserci una prima ipotesi. L'ispettore del Gambero Rosso ha una particolare predilezione geografica ed una migliore conoscenza stradale della zona tedesca, e quindi lavora meglio e di più in Alto Adige.
Seconda ipotesi. Gambero Rosso ha due ispettori, uno per provincia: quello di Bolzano lavora, quello di Trento batte la fiacca, uno visita più ristoranti e quindi ne seleziona di più, l'altro si limita a quattro visite di rigore - tanto per giustificare il caché - ed è pure tirato sui giudizi.
Ma credo che queste prime ipotesi siano maliziose ed errate.
E' molto più probabile la terza. Trentini ed altotesini-sudtirolesi hanno un approccio con il cibo, e con lo stile di vita in generale, ben diverso: i primi, risparmiatori all'inverosimile, limitano le loro uscite al ristorante in occasione di battesimi, cresime e matrimoni, i secondi sono più goderecci, più propensi a cogliere i piaceri della vita, più "signori", maggiormente attenti non solo al look (pensiamo alla diversità abissale tra la cura estetica delle case in Sud Tirolo ed in Trentino) ma anche alla gola.
Di fronte ad una richiesta diversa, anche il ristoratore-tipo offre un servizio diverso: curato, attento, qualitativo ed innovativo l'altoatesino, tradizionale, quantitativo e mediocre il trentino. Ed in effetti la cucina rispecchia le diverse realtà sociali: chiusa in se stessa, impermeabile ai cambiamenti e iperprudente quella trentina, oserei dire cosmopolita quella bolzanina dove da sempre il ceppo autoctono tedesco ha dovuto fare i conti con le diverse correnti di immigrazione, dai veneti ai meridionali, fino agli ungheresi e, si sa, culture diverse portano modi di vita più aperti.
Quale prospettive per la cucina trentina? Non dò risposte. Mi piacerebbe che le desse qualche mio lettore, ma sono pessimista: anche nello scrivere i trentini sono taccagni.

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