mercoledì 6 dicembre 2006

Gente con le palle



Piccola cuoca si lamenta del suo aiuto che non conosce le basi. Da una ventina di giorni ho un nuovo aiuto, un'aiuta, che ha sostituito il moldavo della mia estate disperata.
Scelta perchè ha fatto le professionali ed ha già lavorato un paio d'anni in un'altra cucina, mi aspettavo non che sapesse cucinare come Ducasse, ma almeno sapesse destreggiarsi con disinvoltura.
D'accordo che è ancora una ragazzina, d'accordo che forse io incuto timore se non proprio terrore, ma, suvvia, l'uso di un cucchiaio al posto di un coltello per pulire un caco non si impara a scuola, ma viene dal buonsenso, come insegnavano le nonne.

Trovo che questa generazione di giovani ha la testa da un'altra parte. Certamente anche noi adulti, se abbiamo un pensiero che ci preoccupa, non siamo al centopercento, ma sappiamo scindere il momento del lavoro dal resto. Così, se sto parando una fesa intera, la mia testa non è all'ora di scuola guida che avrò nel pomeriggio, ma è tutta concentrata sui tagli che vado a fare.
Eppoi manca l'intraprendenza a questa generazione abituata a cliccare sul telecomando, e che va in crisi se non arriva l'audio, incapace di verificare se il filo delle casse degli altoparlanti è collegato.
La Verità non è di questo mondo. La cucina molecolare sta mettendo in crisi (?) il modo millenario di fare cucina; sarà la cucina del futuro? di certo dimostra che si può andare oltre.
Se, caro giovane aiuto, a scuola o il tuo chef precedente ti ha detto che si fa così, non è che sia la Verità. Se metti in movimento i neuroni, ti accorgerai che ci sono altri modi di fare, e fra questi forse uno è migliore.

A nessuno piace fare brutte figure, tanto meno ad un giovane che non ha ancora le (s)palle grosse. Ma, vivaddio, tirate fuori le palle (per mantenersi nel linguaggio maschilista) e sbagliate con furore. Sarà perchè odio i budini e preferisco spolpare primitivamente le ossa, ma ammiro chi ci mette energia, sbaglia, ammette di aver sbagliato e si rimette a fare correttamente.

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