martedì 19 dicembre 2006

Il Sistema D


Il sistema D trae le sue origini dal francese Débrouillard, in italiano sbrogliarsela. George Orwell definisce Débrouillard "uno che, anche se gli chiedi l'impossibile, riesce sempre a se débrouiller, a cavarsela in qualche modo".
Sempre dalla cucina francese deriva un suo sinonimo, che ha avuto più successo nell'oratoria cucinaria di tutto il mondo: se démerder, la cui traduzione è talmente chiara che non vale la pena di riportarla.
Il suo contrario è l'incubo di tutti i cuochi: andare in merda. Avviene, o può avvenire, quando il pesce che avevi ordinato ancora una settimana fa alle dieci del mattino non è ancora sui banconi della cucina, o è arrivato ma anche un cieco vede che sta facendo i vermi. Oppure avviene quando, con la sala piena, il tuo sous-chef ha le crisi mistiche, si leva il grembiule e si ritira in convento (ma vaffanc!).
Altro caso di merder si può verificare al momento di infornare i soufflé e l'attrezzo infernale va in corto, emettendo fuoco e fiamme dalla scheda elettronica (ma perchè non mettono la manovella com'era nelle vecchie 2 cavalli Citroen?).
L'abilità del cuoco di se démerder in situazioni simili dimostra il grado di perizia che ha raggiunto.
Un giorno un collega non riusciva a trovare un certo attrezzo per fare una certa operazione.
- Chef, non lo trovo - urlò al capo.
- Usa lo strumento di Faenza - rispose ieratico lo chef.
Come la notte, in cucina scese il silenzio. Tutti che ci guardavamo, interrogandoci l'un l'altro sottovoce:
- Che è lo strumento di Faenza?
Sempre ieratico lo chef interpretò i nostri sguardi:
- Se non c'è, si fa senza.
Questo è il sistema D, se démerder. Alla McGyver. L'apriscatole improvvisamente non funziona con le pere sciroppate? Si prende un coltellaccio e si apre alla vecchia maniera, rischiando magari uno squarcio tra medio ed anulare, ma si fa. L'aiuto se ne va? Prendi un cameriere sveglio, gli metti un grembiule ed un cappello, e lo sbatti al pass. Le cozze per l'impetata sono finite? Si passa al volo allo scoglio, con le vongole ed i gamberoni rimasti.
Il sistema D ha permesso la nascita di capolavori culinari, quando la necessità si è trasformata in virtù.
E, se ci pensiamo bene, è l'essenza stessa della cucina. Quando il popolo moriva di fame, si è imparato a fare con gli avanzi dei signori la sopravvivenza di intere generazioni. E quando al mattino, soprattutto se mancava il denaro, l'ingegnosa massaia doveva pur fare qualcosa per pranzo e si accorgeva che nella dispensa non aveva che quattro cose, con quelle quattro cose si è inventata il piatto nuovo, passato poi alla storia della cucina.
Quante vellutate, quanti ragù, quanti involtini nella verza sono nati dall'esigenza di se démerder? Chi è senza peccato scagli la prima pietra.

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3 Comments:

Anonymous Anonimo dice che...

Bravo! Se cucini come scrivi, meriti qualche stella! Non so quanti contatti hai con il tuo blog, ma ti assicuro che per me è un piacere leggerti. Flavio

20 dicembre, 2006 10:17  
Blogger Erik, il Vikingo dice che...

Grazie Flavio.
Anthony Bourdain, nel suo ultimo libro che ho già citato (e da cui ho tratto la frase di sottotitolo al blog), dice che fare il cuoco è prima di tutto cucinare per sè. Così fare un blog è scrivere prima di tutto per se stessi, è fare un'operazione terapeutica, buttar fuori quello che ti rode dentro, nel bene e nel male.
Se poi trovi persone intelligenti che capiscono il tuo pensiero, ti seguono, o magari ti criticano e discutono con intelligenza, allora pensi che stai facendo qualcosa di buono, anche per gli altri.
E, come succede a tavola tra amici, non sempre si deve parlare di Platone o dell'escatologia del genere umano. Non sempre si ha voglia di tartufo, anche una pizza può essere la fine del mondo.

20 dicembre, 2006 16:35  
Anonymous Anonimo dice che...

Grazie a te ancora per le belle parole. Continua così a deliziarci con i tuoi commenti
Flavio

20 dicembre, 2006 18:22  

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