venerdì 22 dicembre 2006

In fuga a Venezia con Angela


Venezia non è il turismo. Non è piazza S.Marco, non è lo sciame di francesi, tedeschi, inglesi, giapponesi e quantaltresi. Venezia è un'emozione.
Quando ti addentri a tarda sera, conseguentemente a un sufficiente numero di spritz, tra le calli di Rialto, puoi tagliare quest'emozione con gli sguardi tra un menu e l'altro.
La ricerca è la stessa: un'emozione da sviluppare e concretizzare, un'emozione da sentire con occhi, naso, gola e cuore.
E' per questo che raggiunta l'Osteria Vivaldi capisci al volo di essere nel posto giusto. Quando vedi alla porta il gestore del ristorante, quando leggi che tra i piatti figura il fegato alla veneziana, comprendi che non puoi che stare lì, in quella fredda serata dicembrina.
Entri e ti accoglie una musica anni Quaranta, un arredamento caldissimo e dei tavolini in legno che sono la fine del mondo, per non parlare di lampade e travi al soffitto.
Ma il pezzo forte arriva con la cena, accompagnata da un Valpolicella ottimo: il fegato da una parte ed un filetto dall'altra rigorosamente accompagnati dalla polenta bianca, offerta pure come antipasto con un purè di pesce. Il dolce è un tiramisù (appena) fatto in casa, scelta sofferta, ma che alla fine ha prevalso sulla mousse al cioccolato. La professionalità non è che lo specchio della cordialità del personale.
Venezia è un'emozione.
Che si scioglie sul palato.

P.S. - Grazie ad Aidi che mi ha postato con passione una sua scorribanda a Venezia.

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