domenica 3 dicembre 2006

Sotto la neve pane


Siamo vicini alla stagione sciistica, fra qualche giorno le orde lombarde saliranno sui pendii per scaldare le scioline.
E come tutti, sottolineo tutti, gli anni il popolo valligiano si divide tra realisti e pessimisti. I primi si possono definire anche scientifici, ovvero coloro che si basano sulle previsioni meteo e sulla logica per prevedere che, prima o dopo, nevicherà.
I secondi, più numerosi, si potrebbero anche definire i piagnoni, coloro cioè che godono a piangersi addosso, quelli che con quaranta gradi ad agosto dicono che non fa molto caldo, che pioverà, quelli che fra il bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto scelgono il bicchiere rotto, quelli per i quali non ci sono più i (metteteci voi il sostantivo che più vi aggrada) di una volta.
E tutti gli anni non guardano mai in su, ma sempre per terra e, sospirando, dicono: quest'anno la neve non arriverà. E quando ne arrivano cinquanta centimetri sono pronti a dire: è solo una spolverata, non è come il 1953.
Si dice che alle donne e al tempo non si comanda. Se è vero - come è vero - perchè non essere un minimo ottimisti? Cosa ci si guadagna a piangersi addosso?
Ho tentato molto spesso di capire la logica che sta dietro a questi atteggiamenti.
La prima risposta è che certe persone sublimino la loro componente masochista, che provino piacere a prevedere e a vivere le disgrazie, vissute come evasione da una vita di grigiore. Come dire: non importa se quello che succede è negativo, almeno però porta una folata di novità alla mia vita. O forse è vero il contrario: la mia vita è talmente uniforme che qualsiasi cambiamento (sia anche una normale nevicata stagionale) mi provoca stress.
C'è poi la categoria che spera nella mancanza di neve per sperare nel guadagno facile e gratuito. In genere sono gli albergatori che confidano nell'intervento pubblico per sostenere l'economia privata di una stagione andata male.
Intanto, mentre posto questo blog, ha cominiciato a piovere e, se scende di un pochino la temperatura, stanotte avremo la neve.
Alla faccia loro.

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1 Comments:

Anonymous Anonimo dice che...

grazie della visita, ho letto tutto con MOOOOOOLTOOO interesse...diciamocelo: io lavoro in media 12 ore al giorno, in media penso 20 ore al giorno su come mettere in piedi un menù e tentare di farlo al meglio: ma ho un 'datore di lavoro' che NON ha soldi, ho una brigata di 3 (dovrei dire 2, 1 in realtà un brasiliano che non capisce i fondamentali) persone, un ristorante con 80 coperti (ahahah ridi ridi)...ecco la cucina che sto facendo adesso è di basissima cucina perché? prova te ad essere un fine equilibrista su una corda tesa e uno spazio da terra di 300 metri...provaci e poi io comincio a parlare di alta cucina...diciamo comuqnue che il ristorante si sta di nuovo riempiendo, non mi sto lamentando, ma a Milano a parte i grandi nomi le cucine viaggiano con un cuoco e tre aiutanti (coperti? 100 che se no non si rientra nelle spese...Alan Bay si faccia un giro nelle cucine vere cazzo!) sono incazzosa? vedi te!

05 dicembre, 2006 12:40  

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