mercoledì 17 gennaio 2007

Calle Sconta


Se avevate prenotato la settimana bianca e, per non rischiare di andare in bianco visto che di neve (ancora) non se ne vede, e se avete disdetto l'albergo in montagna, vi dò la dritta per un fine settimana diverso.
A Venezia.
Lasciate perdere piazza s.Marco, il ponte di Rialto e tutti gli altri luoghi superaffollati di turisti bianchi e gialli, o li avete già visti o li vedete in tutte le cartoline. Osate un itinerario diverso.
Probabilmente arriverete a piazzale Roma con l'autobus da Mestre (lasciate la macchina in terraferma, se non volete tornare indietro perchè non c'è posto o per non svenarvi). Da qui non guardate le indicazioni per Rialto o piazza S.Marco, non mettetevi al seguito di uno dei tanti gruppi con ombrellino; cercate con lo sguardo un veneziano vero, va bene anche l'autista di un autobus o meglio un vigile urbano, e chiedete per san Trovaso.
Vi indicherà una calle (ricordate che a Venezia le vie si chiamano calli, fondamenta, rio, ma mai vie) sulla destra in fondo a piazzale Roma. Andate tranquilli e continuate a chiedere. Passerete per callette nascoste, attraverso una Venezia minore, ma molto più affascinante. Quando arrivate a S.Trovaso - non potete sbagliarvi perchè in alto, su qualche casa, c'è stampato il nome del sito - non passate indifferenti di sfronte al squero (in veneziano non si dice lo squero, ma el squero, come san Stino, non santo Stino): è il più vecchio cantiere per la costruzione e la riparazione delle gondole, un monumento storico quanto la Serenissima stessa. Spero che in questi anni non l'abbiano restaurato troppo, perchè il bello stava nella sua fatiscenza. Se osate, chiedete di entrarci per vedere direttamente all'opera i maestri d'ascia.
Da qui chiedete poi di andare alle Zattere, il posto nobile in tutti i sensi. Copritevi bene perchè, proprio prima di sbucare alle Zattere, passerete per quella che noi avevamo ribattezzato la calle del Vento, un budello dove c'è sempre - inverno o estate che sia - una corrente d'aria che porta via cappelli ed ombrelli.
Bon, siete alle Zattere, la lunghissima passeggiata sul canale della Giudecca, il sestiere (non quartiere, mi raccomando!, che si trova solo a Mestre) che vedete aldilà del canale, come un miraggio sospeso sull'acqua. Dove state posando le vostre suole plebee è passato - tanto per citarne uno per tutti - Corto Maltese, in Calle Sconta (meraviglioso).
Gustatevi questa passeggiata. Che sia mattina o pomeriggio, non mancate di fare una sosta al Cucciolo o in un bar vicino, non state dentro neanche se c'è vento, sedetevi fuori ed ordinate uno spiz se siete in prossimità di mezzogiorno (vino bianco, acqua minerale, Select o Campari, buccia di limone od oliva nello struzzicadente: l'aperitivo con la A maiuscola dei veneziani), o gustatevi un ottimo gelato artigianale se è pomeriggio. E se c'è il sole, godetevi la prima tintarella: le Zattere sono il solarium naturale degli studenti di Architettura o di Cà Foscari, delle mamme e delle signore perbene veneziane, ma anche dei nullafacenti.
Quando siete stufi, alzate le chiappe e continuate le Zattere. In fondo al canale della Giudecca, di fronte a voi, vedete già la chiesa di s.Giorgio, splendido manufatto del Palladio; se volete potete prendere il traghetto ed andarla a visitare (oltretutto vedrete san Marco dalla parte dell'acqua, cioè al contrario da come la si vede normalmente), ma potete rimanere sempre sulle Zattere.
Quando la riva finisce e siete costretti a girare a sinistra per 180 gradi, siete in punta alla Dogana: di fronte a voi il Canal Grande e, un po' a destra, i Giardinetti e piazza S.Marco, con il suo campanile svettante di fronte a Palazzo Ducale. Lasciate perdere, per ora, e proseguite: pochi passi ed a sinistra vi comparirà in tutta la sua possenza la basilica della Salute, architetto il Longhena. Lascio alla lettura della guida tutte le notizie in merito alla storia, alla fede dei veneziani e all'architettura della Salute. Guardate su, sopra la cupola, vedete quella microscopica balconata proprio in cima alla cupola? Il vostro Red Chef c'è andato, e non vi dico la strizza a guardare in giù, ma questa è un'altra storia.
Ora, sulla destra della basilica guardando la facciata, c'è il ponte di s.Gregorio che vi porta alla basilica omonima. Qui si passa indifferenti, ma sappiate che è uno dei più begli esempi di stile gotico.
Ancora cinque minuti ed arrivate all'Accademia, con relativi campo, ponte ed Accademia delle Belle Arti. Se avete tempo entrateci: è un po' il Louvre veneziano, ne vale la pena. Ah, una cosa che dimenticavo: ogni chiesa di Venezia, più o meno nota, racchiude qualche Tiepolo, qualche Tintoretto, qualche altra tela assolutamente da non perdere. Entrate a caso, e troverete qualche tesoro.
Dal ponte dell'Accademia a piazza san Marco il percorso è breve, e non mi spreco. Ormai siete nel grande serpentone turistico. Ma sì, godetevi anche questo.

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3 Comments:

Blogger diamanterosa dice che...

Ma che bello. Mi hai fatto venire voglia di vedere ancora Venezia. L'ho sempre trovata, sbagliando, una città un pò triste, malinconica. Ma forse, ci ero stata con le persone sbagliate nel momento sbagliato. Chissà.

18 gennaio, 2007 09:09  
Blogger pOpale dice che...

Volevo tornare a Venezia da un pò, mi hai dato una spinta ulteriore. Grazie per la "dritta"!

18 gennaio, 2007 10:02  
Blogger Erik, il Vikingo dice che...

Diamante e Popale,
abitate tutti e due in bellissime città, a me molto care per ricordi sentimentali di gioventù (ah, i Cappuccini, la Gran Madre...).
Per fare il pieno di sentimenti, andate a VE con il vostro/a caro/a e fatevi regalare o regalate una rosa rossa a mezzanotte in piazza san Marco.
Io mi sono "incastrato" così.

18 gennaio, 2007 20:57  

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