martedì 23 gennaio 2007

Una cacca nella grande fogna


Mi è capitato una sola volta di vedere gli effetti di un'implosione. Era una caldaia che si è risucchiata, si è avviluppata su se stessa, come un sacchetto del sottovuoto.
Quest'immagine mi è tornata in mente, parlando con la mia capo a proposito dell'Europa. Eravamo in autostrada e stavo superando una processione di Tir olandesi, ungheresi, danesi, insomma tutte le stelle della nostra bella bandiera blu. Ecco, questa è l'Europa che stiamo costruendo, senza più confini, con milioni di tonnellate di merci che girano in lungo ed in largo, per andare a finire sugli scaffali dei centri commerciali e delle multinazionali.
Mettiamo subito i puntini sulle i: sono da sempre un convinto europeista. Ho educato i miei figli al concetto che la loro patria non è il bel paesello di montagna, ma il Continente, che la loro casa è lì dov'è il loro lavoro. Così oggi uno fa il cuoco a Parigi, e l'altra sta finendo l'università a Perugia, in attesa di destinazione chissà dove.
Chiarito questo, mi chiedo: è questa l'Europa che immaginavo da giovane sessantottino impegnato? E' questa l'Europa che avevano pensato i vari De Gasperi, i vari De Gaulle? Mi sa di no.
Non sono contro Maastricht né Genschen, ma contro l'implosione. In un'area di libero mercato ognuno mette in mostra e vende quello che ha: il contadino berbero espone le sue melanzane, il commerciante di tessuti della kasbah cerca di vendere i suoi veli. Ma, nell'ottica dell'attuale economia di mercato, se non sei grande non sei nessuno.
La piccola Cassa Rurale di paese ha dovuto fondersi con le altre della zona, poi tutte insieme a livello provinciale, poi tutte insieme a livello nazionale, domani tutte a livello continentale. Sono correntista della Banca Popolare, ma non chiedetemi come si chiama oggi la mia banca, assorbita ogni sei mesi da un'altra che è stata poi assorbita da un'altra, che è stata poi assorbita da un'altra...
Dicono (loro) per abbassare i costi e quindi rendere più felice il cliente. Io so solo che, prima, se avevo bisogno di un piccolo prestito andavo dal direttore ("Ciao Giampaolo, andiamo a prendere un caffè?") e nel giro di un cappuccino avevo l'argent. Oggi il funzionario di turno deve sentire la propria direzione, dove? a Trento? a Milano? a Copenagen? per la quale sono il numero 32/70/665894/00000569/05.
Occorre tagliare i costi, è la parola d'ordine. Giusto, quando i costi sono superflui, ma non quando sono imprescindibili. In genere i costi superflui sono quelli del personale, non dei dirigenti e dei manager, ma della bassa manovalanza. Allora via il secondo macchinista del treno (sarebbe bello eliminare anche il primo, ma per il momento non è ancora tanto sicuro), e se c'è un qualche incidente forse il risparmio è maggiore del danno. Allora via le misure di sicurezza che incidono troppo sui costi: se il rapporto rischio/benefici è a favore di questi ultimi, si può anche sacrificare qualche muratore che cade da un'impalcatura o qualche uccello marino delle bianche scogliere di Dover imprigionato dalla fuoriuscita di petroli da qualche nave container. In cucina, però, se l'Inail scopre che tagli un carré senza il guanto d'acciaio son cavoli amari.
E questo mentre la stessa Unione europea legifera quotidianamente su misure (opportune) atte a tutelare l'interesse dei cittadini del Vecchio Continente.
Così, guardando i tir che mi sfilavano sulla destra, mi viene un'idea:
"E se ci affiliassimo ad una qualche catena europea di ristoranti?"
"Non abbiamo i numeri", obietta concreta la mia capo.
Non abbiamo i numeri. Questa è la storia. Se sei piccolo rimani piccolo, perchè piccolo è brutto e sei una cacca nella grande fogna. Quando decideranno di tirare la catena, nessuno ci troverà più. Pensiamo a tutte le politiche comunitarie: bisogna razionalizzare la rete commerciale, bisogna razionalizzare la rete distributiva, non si può fare il formaggio di fossa artigianalmente (Haccp), non si può...
Ed allora avanti con i grandi numeri. Meridiana? se l'è mangiata l'Alitalia. Alitalia? se la mangerà l'Air France di turno. L'Air France di turno? se la mangerà la United. Ma quando il pesce grosso si sarà mangiato tutto, cosa succederà? L'implosione.
Per allora noi non ci saremo più.
Se la storia insegna, o dovrebbe insegnare, qualcosa, non è che faremo la fine dell'impero romano?

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3 Comments:

Anonymous Anonimo dice che...

chissà se tuo figlio è mai stato al mercato di Rungis...
Dev'essere qualcosa tipo il Foro Romano ai tempi di Augusto ma moltiplicato per mille.

24 gennaio, 2007 10:59  
Blogger Erik, il Vikingo dice che...

Ci sono stato io. Purtroppo abbiamo "perso" tre ore nel settore carni, ed alle 8 il pesce era già tutto vuoto.
Comunque, carne e fiori sono una cosa da non perdere. Ho avuto la fortuna che eravamo accompagnati (io ed un'altra dozzina di colleghi)da un operatore francese che ci ha spiegato non solo le varie operazioni, ma anche i vari tipi di carne, i tagli, la classificazione.
Penso che pochi sanno, per esempio, che la qualità viene classificata secondo le lettere EURO: le carni E sono destinate a "Monsieur le President", le U ad ambasciatori, dignitari vari, ecc., la R all'alta ristorazione, e così via.
Se hai la possibilità, non perderlo!

24 gennaio, 2007 16:33  
Anonymous Anonimo dice che...

purtroppo non ne ho la possibilità perché non è aperto a chi, come me, ci andrebbe per fare del turismo. Ma è vero che quello che racconti non fa che aumentare il fascino di un mercato alimentare come non ne esistono altri!

25 gennaio, 2007 11:44  

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