venerdì 2 marzo 2007

Etica di un coltello


Il coltello è un utensile di uso manuale utilizzato per il taglio. Solitamente consiste in una lama ad una punta con uno o più bordi affilati fissata ad una maniglia. Le lame sono state utilizzate come attrezzi ed armi dall'età di pietra, all'alba dell'umanità. Gli esperti riconoscono la lama come uno dei primi attrezzi progettati dagli esseri umani per sopravvivere. Le prime lame erano di selce o di altra roccia, scheggiata o levigata ad un bordo, a volte dotate di una maniglia. Più tardi con gli sviluppi della fusione e della metallurgia le lame sono state sostituite dal bronzo, dal ferro, e infine dall'acciaio.
Mentre i materiali sono cambiati con il tempo il disegno di base rimane lo stesso. Insieme alla forchetta ed al cucchiaio, il coltello è stato un utensile comune di largo consumo nel mondo occidentale almeno dal Medio Evo. Oggi la maggior parte delle lame sono utilizzate in cucina.
I coltelli a lama fissa possono avere impugnature singole o multiple, solitamente fissate al codolo della lama. Una progettazione particolare, con il codolo della lama che prosegue fino all'impugnatura, permette di ottenere i più resistenti coltelli a lama fissa.
(Wikipedia)

Non dilunghiamoci oltre sui tipi di coltelli da cucina (spilucchino, trinciante, seghettato, per salmone e via dicendo) e sul loro uso, che demando alla scuola alberghiera.
Il coltello, sotto l’aspetto etico, è meglio di un uomo? Sicuramente sì. Taglia quello che vuole il cuoco, e quando taglia anche il cuoco è perché questi è un imbecille, almeno nel momento della distrazione (succede a tutti un momento di mona, come dicono a Venezia). Il coltello non tradisce, ha bisogno di cure, non va mai trattato con brutalità ma solo accarezzato, per verificarne il filo. Non si deve lasciarlo in giro come una battona, ma esige di essere riposto in un sito sicuro.
Pur essendo di genere maschile, il coltello di qualità costa all’inizio, ma poi basta poco per mantenerlo. Un bel coltello è l’orgoglio di un cuoco e lo porta con sé in ogni luogo egli si sposti; l’unico inconveniente è che in aereo deve viaggiare separato dal padrone, ma è solo una distacco temporaneo. E quando succede che per un motivo o per l’altro il cuoco deve abbandonarlo definitivamente, è un dramma, una piccola tragedia, più dell’abbandono di una donna.
Cosa si può pretendere di più?

Etichette:

8 Comments:

Blogger ruben dice che...

"Non aprite quella porta". Questo potrebbe essere il titolo anche di una cucina di ristorante. Un mondo sconosciuto al popolo. Ma se trovo quel video del Cuoco Svedese (ovviamente un Muppet), te lo linko!

02 marzo, 2007 10:16  
Anonymous Anonimo dice che...

E' una promessa. Sarò ben felice di ospitarti.

02 marzo, 2007 17:28  
Blogger D.Blogger dice che...

Ciao "spadellando".... concordo tutto quello che hai detto nel post.... comunque, mi hai tolto fra i link amici.. uff.... io ti ho ancora inserito... :-)

02 marzo, 2007 18:44  
Anonymous Anonimo dice che...

Pardon Daniele.
In questi giorni, come ti sarai accorto per qualche silenzio, sono assorto dal sistemare i blog con i feeds. E' facile, quindi, che fra un aggiornamento e l'altro qualcosa sia sparito.
Rimedio al + presto.

02 marzo, 2007 22:40  
Anonymous Anonimo dice che...

Già fatto. E non solo: ti aggiungo ai miei feeds.
Ciao.

02 marzo, 2007 22:46  
Blogger musa capricciosa dice che...

Ottimo blog, red chef.

Hai una marca in particolare da consigliare come coltello da cucina? Non professionale, ma buono. Necessito di un coltello serio...dopo la tirata di due pagine di Bourdain, d'altronde...

03 marzo, 2007 09:28  
Anonymous Anonimo dice che...

Musa, la Coltelleria San Marco non mi passa le provvigioni, quindi niente euri niente pubblicità in pubblico. Magari in privato...si può fare.
Hai visto il link?

03 marzo, 2007 16:49  
Blogger musa capricciosa dice che...

Visto ora...

Niente pubblicità occulta, va bene. E se venissi a mangiare alla tua tavola (nel senso, io mangio, tu cucini?)

05 marzo, 2007 11:30  

Posta un commento

<< Home