domenica 3 settembre 2006

La posizione del missionario

Nel sottotitolo a questo blog affermo che cucinare è come far sesso. E facciamo un primo esempio.
Dopo tre volte che lo faccio nella posizione del missionario, a me viene la noia: devo trovare qualche altra soluzione perchè non è più stimolante. Il Padre Eterno - o la Natura, come preferite - ci ha messo a disposizione una miriade di papille gustative sull'organo deputato per primo alla degustazione. Perchè? Evidentemente per apprezzare i sapori buoni, scartare quelli cattivi, e godere del semplice fatto di mangiare.

Da qui la prima considerazione sulla differenza tra mangiare e nutrirsi.
A mezzogiorno tutti noi ci nutriamo per restare in piedi. Chi lo fa con assennatezza, chi si autodistrugge in qualche bar o fast-food. Alla sera, invece, si dovrebbe mangiare, meglio se in compagnia, lentamente, accompagnando il cibo con un buon bicchiere di quell'invenzione straordinaria dell'uomo che è il vino (ricordatemi di parlarne in un prossimo post).

A me fanno pena quegli uomini condannati (o autocondannati) dalle proprie mogli a trangugiare per trecentosessantacinque giorni all'anno per cinquant'anni pasta al ragù, bistecca ed insalata. Mi ricordano molto il mio gatto Matisse che se non mangia i Friskies al vitello impianta lo sciopero della fame. Che fine hanno fatto le loro papille gustative?

E' una fatica tutti i giorni pensare ad un piatto nuovo per i miei ospiti, o quattro volte all'anno - più le grandi feste come Natale, Capodanno, Pasqua - ridisegnare il menu da cima a fondo. Ma quale soddisfazione quando il progetto è stato realizzato! La cosa triste è quando prepari l'atmosfera, le candele accese, il profumo che aleggia nella camera, e lei ha mal di testa o le sue cose. Così nel cucinare: studi, elabori, sperimenti, prepari tutto per la grande occasione, e ti chiedono la bistecca ai ferri.

Ma andate a...

Etichette: