sabato 14 ottobre 2006

Orari di chiusura

Qualche sera fa, erano le 22 circa, avevo finito di lavorare e volevo approfittare dell'ora per alcune cose che rimando da tempo. Così, sono andato dal commercialista per alcune spiegazioni su un investimento, ma ho trovato chiuso; allora mi sono recato in Comune per un certificato, ma anche qui il portone era chiuso. Ho pensato: beh, faccio un salto dal grossista a prendermi alcuni stampi in silicone per le torte e, dato che ci passo davanti, mi fermo in farmacia a prendermi la schiuma ed il dopobarba (li trovo solo lì). Ci credereste? Sia la farmacia sia il grossista erano chiusi. Allora, come ultima chance, ho voluto andare in questura per rinnovare il passaporto, ma nisba, nicht, rien, nada! Geslossen, serrado, fermé.
E che cavolo, nessuno lavora più?
C'è una categoria di persone che al sabato dorme fino alle 11 (beati loro); trequarti d'ora per la toilette, poi a mezzogiorno cappuccino e cornetto in pasticceria, rapida, ma non tanto, scorsa ai titoli del quotidiano preferito, giro di telefonate via cellulare, ed è l'una. Passeggiata in centro per accompagnare la moglie o la fidanzata a veder vetrine, altri venti minuti di cazzeggiamento con gli amici che si incontrano, e sono suonate anche le due.
"Le due passate? Sentivo che mi mancava qualcosa: cara, andiamo a farci un boccone?"
Ed eccoli beati e tranquilli che entrano in ristorante.
"Siamo in due, dove possiamo accomodarci?"
"Spiacente signori, ma la cucina ha già chiuso."
"Ma come, sono appena le due e venti."
Che fare in situazioni del genere? Offri gentilmente l'alternativa di qualcosa di comunque commestibile, come un'insalata al buffet o un dessert al bar; eh no, sono qui per mangiare, magari un menu degustazione di sei portate.
"Mi dispiace, sarà per la prossima volta, adesso portate via i ciapp!"
Quante volte succede! Tipicamente italiano: tutti esigiamo il servizio, ma solo se è fatto dagli altri a favore nostro.

Etichette: