lunedì 2 ottobre 2006

Riciclate, gente, riciclate


Una delle conseguenze di essere preparati in cucina sono gli avanzi.
Oggi è venerdì, prevedo un tot di presenze a pranzo e a cena, quindi mi preparo un tot di porzioni di pesce. Arriva lo tsunami o chi diavolo sa cosa, e ti trovi il sabato con una montagna di pesce da smaltire. Che fare? Si ricicla, diamine!
Come dice Vissani, in cucina non si butta via niente. Con gli scarti delle verdure si ottengono vellutate eccezionali, gli ultimi pezzi di prosciutto o di speck servono per irrobustire i minestroni, senza parlare delle ossa e delle rigaglie della carne o del pesce che ci permettono di avere sempre ottimi fondi e fumetti. Per domani, ad esempio, ho già deciso di fare delle croquette con i resti degli arrosti.
Eppure i clienti non capiscono che certi piatti sono nati proprio per riciclare gli avanzi: pensiamo alla pasta ai quattro formaggi o ai canederli. La loro stupidità – lasciatemelo dire – rifiuta gli avanzi come fossero le tasse; allora non puoi mettere in tavola le polpette (eh, chissà cosa ci hanno messo dentro!), ma molto volentieri mangiano le croquette.
Anthony Bourdain – non mi stancherò mai di citarlo – mette in guardia dall’insalata di mare del brunch: sono gli avanzi del pesce di venerdì che lo chef ha riciclato. Però mangiarli al brunch fa molto scic.
Follia del cervello umano. Come diceva mio suocero, ci vorrebbe un po’ guerra.

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