mercoledì 20 dicembre 2006

L'oro di Natale


Che effet-
tivamente qualcosa stia cambian-
do?

Dopo anni i vari Tg non si stanno sbrodo-
lando nella solita farisaica nenia contro il consumi-
smo nata-
lizio. E la crisi, e i soldi che non ci sono, e i commercianti (ed i ristoratori in primis) che si ingrassano, ed occhio ai saldi, e non spendete le tredicesime, e vaff.

Per la prima volta (da un decennio?) i nostri mezzibusti non parlano di sacrifici sotto l'albero.
Ed era ora! Scusate, ma vado controcorrente. Ne avevo le scatole piene di questo tirar la cinghia, chè in definitiva i sacrifici li abbiamo fatti noi, patron e chef e maestranze varie di cucina e di sala. Anche l'anno scorso, ricordo bene, tutti a lanciare la "moda" di farsi il cenone a casa, fra amici, con la conseguenza che le prenotazioni hanno stentato.
Ma ben venga il consumismo, almeno quelle poche volte all'anno, che fanno tirare un respiro ai nostri conti correnti. Spendiamo, andiamo fuori, celebriamo in ricchezza la nascita del Signore e il passaggio dal vecchio al nuovo anno. Sì, spendiamo.
Le grandi religioni, cristianesimo, islamismo ed ebraismo, mi pare, dopo i grandi periodi di digiuno riconoscono al corpo il diritto di saziarsi, di satollarsi, di abbuffarsi. Ed allora gozzovigliamo, senza pensare ai mutui, all'Ici, alla neve che non viene, al ritardo del ciclo mestruale, tanto non possiamo farci niente.
Non me ne frega niente se così si perde il "senso profondo del mistero natalizio". Il senso lo si è colto o no, indipendentemente dal festeggiare. Per i pensieri profondi - per chi ci crede - ci sono state le settimane dell'Avvento, ora è tempo di festeggiare: anche i Re Magi non si sono accontentati di una cravatta riciclata, ma hanno portato al Bambinello i simboli della ricchezza e del potere.
Ed allora, riempiamo senza pudore le sale dei nostri splendidi ristoranti. Migliaia di artigiani del coltello e della padella da giorni stanno lavorando per voi, hanno steso menu di splendore, li hanno studiati, soppesati, hanno riempito le dispense e le cantine di ogni ben di Dio, e proprio in questi giorni non si possono rifiutare i beni di Dio.
Per i miscredenti, i non credenti, gli scettici, gli agnostici un motivo in più: carpe diem.
La nostra felicità è vedere la vostra felicità. Una tavola vuota fa tanta tristezza, ancor più a Natale e a Capodanno.

Etichette:

1 Comments:

Anonymous Anonimo dice che...

...ti invito a curiosare tra i fuochi della mia cucina...

21 dicembre, 2006 20:33  

Posta un commento

<< Home