lunedì 25 dicembre 2006

Notte di Natale


Uno dei piaceri del lavorare in cucina è uscire dalla cucina.
Mi succede sempre più raramente, dal momento che la forza-lavoro è quella che è e se bisogna fare un piatto e non avendo il dono dell'ubiquità, è d'uopo stare nel bunker. Però ieri sera, in una pausa pranzo (dei commensali) sono riuscito a scappare e ad intrufolarmi tra i tavoli.
Odio il clichè Va-tutto-bene? o Come-va-signori?, mi sa molto da ruffiano, preferisco lasciar l'iniziativa al cliente: se vuole dire la sua butta l'amo, ed io abbocco facilmente. Preferisco un gentile Buonasera, se finisce lì passo oltre, sennò due sane chiacchere fanno molto molto bene al morale loro e mio.
Così ieri sera, stavo dicendo, sono uscito dal bunker, grembiule sporco addosso (sì, perchè con la giacca linda delle occasioni qualcuno mi ha già fatto osservare: ma lei che fa in cucina?) ho conosciuto una famigliola di Altavilla Vicentina. Papà in Trenitalia e appassionato sommelier, mamma non so, e simpatica figliola in seconda media che a me pareva in seconda superiore.
Un discorso tira l'altro. Partendo dalla scelta del dessert siamo arrivati al disastro ferroviario di qualche giorno fa ad Avio, sulla linea del Brennero, dove un treno ha inchiappettato un altro merci (non è ufficiale, quindi che non si sappia in giro, ma c'è stato l'errore umano, se non addirittura qualcosa di peggio). E parlando si scopre di quanto è piccolo il mondo - mi si scusi il luogo comune - dell'amico che è tanto tempo che non si vede e che conosciamo reciprocamente, e avanti di questo passo. Dialogare è bello e porta lontano, e mi ricorda tanto le interrogazioni liceali sulla Divina Commedia, dove dal conte Ugolino si arrivava a disquisire di pubblicità.
Salutati i signori, e proprio quando stai per chiudere, le sedie già tirate su, entra una coppia.
- E' aperto?
- 'spiace, ma a quest'ora la cucina è ormai chiusa.
- No, si voleva bere qualcosa di caldo.
No problem, e tra una tisana ed un tè aromatico salta fuori il background di ognuno, anche se la differenza d'età fra loro e me è circa di un quarto di secolo. E scopri gli stessi gusti, le stesse scelte, le stesse idee politiche. E' un terreno minato: mai esporsi con i clienti, puoi fartene un cliente affezionato nel tempo, ma puoi anche perderlo per sempre.
Ma basta un accenno da parte loro, magari butti lì una leggera provocazione, e scopri che siamo tutti dalla stessa parte della barricata. E la serata prende un'altra piega, ti senti in compagnia di vecchi amici, ognuno tira fuori le proprie esperienze di vita, condividi l'impegno, non ti senti più solo in un campo di battaglia. E' un bel stare insieme.
E' una bella notte di Natale.

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