sabato 20 gennaio 2007

Nonostante tutto, pizza



Preso dall'orgia compulsiva della levitazione ieri mattina, dopo aver fatto i grissini, decido di fare pure la pizza, a beneficio della marmaglia del risto che deve pur cenare.

Tutto ok: farina, acqua tiepida, lievito chimico, olio, un pizzico di sale. Impasto, ma c'è qualcosa che non va, la farina che mi sfregola fra le mani è più grossa: vuoi vedere che nel sacchetto della 00 la mia aiuto fanciulla ha messo quella bianca per la polenta? Ormai il danno è fatto, e non mi va di buttar via tutto (faccio sempre a tempo). Ora, tra la preparazione e la cena passeranno almeno sei ore; non posso lasciare che la pasta lieviti e si trasformi in un ectoplasma che si espande per la cucina, quindi opto per la refrigerazione e non ci penso più.

Al tocco della campana vespertina sto per scendere in cucina a riportare al caldo la mia amata pasta per pizza, quando mia moglie mi allarma per telefono, comunicandomi terrorizzata che la coda del ciclone Kyriss ha schiantato il nostro albero di Natale (lo chef profeta aveva già predicato, invano, ai quattro venti che gli addobbi dovevano essere riposti dopo Epifania). Ma perchè non chiama il 118?
Per la serie Mani di Fata lo chef si trasforma in centodicciottista, accorre in aiuto, approfitta del danno per farne un'opportunità e rimettere nel suo scatolone, e quindi, in cantina, alberone di Natale con relative lucine (perchè l'uso decennale della casa prevede che gli addobbi natalizi vengano riposti a Pasqua, quelli di Pasqua a Ferragosto, e quelli di Ferragosto non esistono, altrimenti verrebbero riposti al Natale successivo, secondo la massima che stanno bene comunque).

E la pasta della pizza? Mannaggia 'a pummarola! E' ancora in frigo. Kyriss ci ha talmente coinvolto che la mia splendida pagnotta sta battendo i denti. Posso accarezzarla lungamente con le mie calde mani, ma rimane fredda. Le metto una copertina, la sistemo nel posto più caldo della cucina, le sussurro parole dolci, ma rimane tremante. Proviamo a stenderla lo stesso, e pare che accetti - pur con qualche ritrosia - a trasformarsi in due belle foglie fini fini. Guarnisco ed inforno.

Sono già terrorizzato dai commenti delle mie commensali: ma non doveva essere bella alta, morbida, soffice? Tengo d'occhio il forno, ma di levitazione nessuna traccia. Il bordo sta dorando, facciamo la prova della spatola (aprire il forno, inserire la spatola sotto la pizza per vedere se sotto è cotta) ed è già da impiattare. Che dio me la mandi buona (un mio amico aggiungeva: tanta e pelosa, ma per stavolta basterebbe bona).

Il santo patrono degli chef ha fatto il miracolo. Nonostante la farina di mais clandestina, nonostante Kyriss e la mancata levitazione, la pizza è ottima, proprio come a Napoli, sottile ma cotta, non bruciata e calzaturiera, saporita, "meglio dell'ultima mangiata in pizzeria" sentenzia mia moglie.
Sarà stata sincera o sarà stato per qualche senso di colpa?

1 Comments:

Anonymous Anonimo dice che...

ieresse giusta e basta

21 gennaio, 2007 03:36  

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