lunedì 15 gennaio 2007

Mani di fata


E' stato dimostrato che ognuno di noi tende a ricreare in una nuova camera d'albergo l'habitat a cui era abituato a casa propria. La prima cosa è sistemare il bagno (spazzolino e tubetto, spazzola per i capelli, maquillage per le donne e servizio da barba per gli uomini) e quindi gli armadi, in base alle proprie abitudini "di servizio".
Ogni cuoco si comporta nella stessa maniera quando prende possesso di una nuova cucina: coltelli nel cassetto più vicino alla propria postazione di lavoro, spezie, oli e quant'altro vicino ai fuochi, padelle preferite a portata di mano, guarnizioni vicino al pass, tutto in funzione al Sistema D, di cui abbiamo già parlato.
Una delle principali doti di uno chef è l'organizzazione, una capacità indispensabile è la manualità, messe assieme danno un'altra dote che è l'arte dell'arraggiarsi. Vi sono cuochi, soprattutto dipendenti, che risolvono bene o male gli incovenienti con la proprietà, ma a volte occorre intervenire in prima persona, specie quando le disgrazie capitano - guarda caso - alla domenica o alle otto di sera, in pieno servizio, quando l'assistenza tecnica latita. Ecco emergere quindi l'anima del bricoleur.
Quando ho ereditato l'attuale cucina la prima cosa è stata disfarmi di molto ciarpame presente: pentole, pentolini, mestoli e compagnia cantante che non avrei mai usato. Poi è stata la volta della sistemazione-a-modo-mio, quindi l'intervento su tante piccole cose che creano disagio e malfunzionamento. Esempio il cassetto dei coltelli: ogni volta che aprivo il cassetto i coltelli andavano per conto loro, svrapponendosi, andando di traverso, ed erano imprecazioni per trovare il mio coltello, quello giusto, senza tagliarsi con gli altri. Detto fatto, ho recuperato una piccola cassetta della frutta in legno, ho inchiodato un divisorio, l'ho sistemata dento il cassetto ed ho ottenuto quello che volevo.
Le prese elettriche. Per usare un minipimer bisognava uscire dalla cucina perchè - come si sa - la 626 impone le "prese industriali": un salto nel negozio di elettricista e scopri che esiste la riduzione da industriale ad attacco normale o tedesco. Sempre sulle prese: quei deficienti che le hanno imposte dovevano anche imporre che le basi delle prese non fossero di plastica, ma di feroce titanio. Avete verificato anche voi che ogni volta che stacchi una spina da una industriale si rompe la base? Ed ogni volta sono bei soldini per cambiarla, ammesso che si trovi un elettricista disposto a venire per cambiare una presa.
Io mi organizzo in questa maniera. Aspetto che le prese da cambiare siano più di una, le smonto, disegno su un foglio come sono gli attacchi dai vari fili, prendo i pezzi rotti e vado dal grossista di materiale elettrico. Lo sconto, saltando l'elettricista, è anche del quaranta percento, senza contare il costo della manodopera.
Lo stesso ho fatto con le plafoniere della cucina. Allora, una plafoniera (in plastica) era costata mezzo milione delle vecchie lirette; ogni volta che le ragazze facevano le pulizie annuali, almeno un paio si sgretolavano tra le mani, cotte dal calore. Dal solito grossista ho trovato quelle giuste per la cucina, in acciaio inox, vetro temperato, ganci di chiusura in acciaio, prezzo ridicolo. Un po' di pazienza e me le sono cambiate tutte. Ripeto, uno chef dipendente demanda il tutto al proprietario, ma io devo farlo perchè il capo è la dolce consorte.
Obi, Brico e magazzini simili sono il paradiso terrestre dei maschietti, ma anche il mio capo ha scoperto che nei reparti giardinaggio o decoupage si trovano tante di quelle idee per sistemare e rallegrare la sala senza svenarsi. Con una pipa di tabacco ho rimediato una mensola dove riporre i ricettari, le penne e tutte le altre amenità che girano sui banconi (due fisher sul muro e recuperi spazio); altri fisher e delle bacchette in ferro mi hanno risolto il problema delle antiaderenti: appese al muro, oltre ad essere comode, non si rovinano come messe una sopra l'altra.
Un tempo, prima dell'avvento dell'abbattitore, avevo il problema di essicare la pasta fatta in casa. Brico ha la soluzione: alcuni listelli in legno, della rete zincata, e mi sono autocostruito dei telai impilabili che non si trovano in commercio.
I coltelli. Ogni volta che li davo all'arrotino erano cinque euri. Obi ha la soluzione: una mola doppia a motore, di cui una ad acqua, al prezzo di neppure quaranta euri. All'inizio i coltelli uscivano dalle mie mani più adatti al pane che alle verdure o alla carne, ma con l'esperienza i risultati sono migliorati. Quando neppure l'acciarino serve più, un colpo di mola ed il coltello ritorna come nuovo.
Sicuramente se mi fossi affidato ad un webdesign questo blog sarebbe stato migliore, ma anche qui un po' di buona volontà e tanta pazienza hanno sortito risultati soddisfacienti: ieri finalmente sono riuscito a far entrare una foto nel titolo.
La vita, in fondo, se proprio non ci dà la felicità, ci dà tante piccole soddisfazioni.

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2 Comments:

Blogger Sandra dice che...

caro redchef, visto che ti serve un pò di sel de guerande, se mi mandi il tuo indirizzo te ne mando un pò... :-)
la mail la trovi sul blog.
buon lavoro e continua così.. qs blog mi piace un sacco!

15 gennaio, 2007 15:32  
Blogger Erik, il Vikingo dice che...

Sei troppo gentile

16 gennaio, 2007 17:26  

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