martedì 20 febbraio 2007

Oggi pesce


Ruben mi dà la stura per affrontare da cuoco il discorso del digiuno. Contraddizione in termini? No, semmai solo contraddizione economica, e poi neppure tanto.
Vediamo intanto cos'è successo ieri sera e l'altra sera. Partiamo da quest'ultima.
Pienone dell'antivigilia di fine Carnevale. Ad un tavolo ci sono degli amici che, dopo il cambio al ponte di comando della cucina tra mia suocera e me, si vedono più raramente. Noblesse obblige che alla fine della cena faccia una capatina in sala a salutarli. Dopo i soliti convenevoli e sfottimenti il capotavola mi butta là:
"La prossima volta ordino una zuppiera, non un piatto di canederli in brodo".
Cos'è successo? E' che, da quando sono io che comando, i due canederli in brodo di una volta, modello bombarda napoleonica, sono stati sostituiti da sei piccoli canederli modello pallino per fagiani, o poco più, in brodo di tè al gelsomino. E questo sia per una mia "filosofia" culinaria, sia perchè due palle da bombarda ostruiscono il passaggio di qualsiasi altra pietanza a seguire, con conseguente ammanco di cassetto a fine giornata.
Questo, però, non potevo dirlo e quindi, conoscendo le simpatie del capotavola, ho risposto prontamente:
"Eh, sono un seguace dell'ex ministro Sirchia: 80 grammi per un primo, 150 grammi per un secondo. Dobbiamo tutti tenerci in forma ed in salute".

Secondo episodio la sera seguente. Coppia di coniugi con Amex gold. Butto l'occhio sul titolare della card ed il cognome non mi risulta nuovo: faccio un salto al tavolo e scopro che è il fratello di un caro cliente. Soliti bla bla col dottore, molto simpatico, ma la sciura - sentitasi esclusa dalla conversazione - butta lì:
"Ma perchè non fate più quelle buone frittelle di patate?" (Si chiamano tortati, o tortelli, sciura, e sono già tre anni che sono fuori menu)
Stessa risposta della sera prima:
"Ci tengo alla salute dei miei clienti" e giù a spiegarle che certi alimenti non li digeriamo più, che bisogna mantenere le tradizioni, ma superarle, che bisogna andare avanti, che bisogna cambiare sennò il cliente si stufa, che ormai le frittelle le fanno anche in pizzeria, e che sono surgelate, e che noi non siamo una pizzeria, che grazie a questo siamo entrati nelle guide, ed altre cento palle (nel senso che sono vere, ma mi fanno venire due palle così a continuare a spiegarle ai clienti).
Non soddisfatta delle mie spiegazioni la sciura fa:
"Sa, noi con un certo reddito siamo già abituati a mangiare moderatamente, non come..."

Stavo per piegarmi in due sotto il tavolo per abbandonarmi alla più bloggherosa delle risate.
Se c'è una cosa che accomuna le sciure con i muratori è il peso delle porzioni, con la differenza che costoro consumano le calorie in esubero sulle impalcature, le prime invece devono andare un paio di volte l'anno dal chirurgo plastico per la liposuzione.
A queste imporrei, non come precetto religioso, ma come legge dello Stato, il contatore sulle kcalorie, introducendo una ciccia-tax.

La chiesa cattolica, o meglio, qualche mente clericale nei secoli che furono pensò ad alcune regolette dietetiche da applicare almeno in alcuni giorni dell'anno, come il mercoledì delle ceneri ed il venerdì santo (digiuno ed astinenza), e tutti i venerdì (astinenza dalle carni). Il proposito era nobile: "punire" la carne, imponendo un minimo di regole contro i bagordi culinari, solo che i bargordi per secoli hanno potuto permetterseli solo i signori. I sudditi, il popolino, era già molto se riusciva a sbarcare il lunario.
Con l'estensione della democrazia anche a tavola sono caduti anche quei divieti, puramente morali, anche perchè nel frattempo i parametri si erano invertiti: chi poteva permettersi il pesce una volta la settimana erano ancora una volta i signori.

Oggi dovrebbe rimanere il buonsenso (notare il condizionale): limitare gli eccessi ipocalorici non è una questione morale, semmai etica, ma soprattutto salutistica. Su questo il vecchio Sirchia aveva ragione.

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7 Comments:

Blogger Labelladdormentata dice che...

Caro Chef, perfettamente d'accordo con te!
Il digiuno e la morigeratezza durante la Quaresima in realtà non dovrebbero avere un carattere "punitivo" della carne, quanto dovrebbero insegnare la carità: quello che si risparmia lo si dovrebbe destinare ad opere di beneficienza. E infatti se si mangia pesce, si dovrebbe essere morigerati anche lì, altrimenti non ha senso.
Bella l'idea dei canederli piccolini! Quelle due pallone nel piatto mi hanno sempre inibito tantissimo! E interessante anche il brodo al tè di gelsomino!

21 febbraio, 2007 06:57  
Blogger ruben dice che...

Red Chef, ti ringrazio per il post-tributo!!! Sono d'acc ordo in tutto con te, ma soprattutto su una cosa: che la pesantezza che un cibo ti lascia sullo stomaco è inversamente proporzionale alla qualità, sia negli ingredienti che nella quantità. Per questo odio il fritto e odio gli intingoli. Ma amo la cucina tradizionale e sono a favore di una sua salvaguardia, pur in una versione più light, o, se vogliamo, anche "alternativa". Ma di seitan, alghe, bulghur, e simili non ne voglio nemmeno sentir parlare: corro per un'ora tre giorni alla settimana, altri due vado in piscina e sono incinta di quattro mesi: la sera non vedo l'ora di un bel crostino di crudo mentre aspetto la bistecca al sangue, che a volte diventa anche doppia. E da quando mia madre mi ha promesso di fare gli gnocchi come non li mangio da secoli, la mia mente non vede altro...
Ma al ristorante, che non è la cucina di casa, pago per degustare una forma di "arte". Che non è la frittella di patate!

21 febbraio, 2007 09:00  
Anonymous Anonimo dice che...

Eh, ruben, però il fritto fatto in tanto olio e mangiato non è mica pesante!
La mia dietologa, che non è labelladdormentata, anche se a lei piacerebbe perché sa che sono una sicura fonte di guadagno e pubblicità ;-), dice sempre che se il fritto è fatto e mangiato, ogni tanto fa anche bene. E poi, senti, red chef, ogni tanto una frittelletta di patate ce la potresti schiaffare nel menu. Costo quasi prossimo allo zero!
E il ragionamento che faccio io quando invito 20 persone a cena: pasta e fagioli e patate al forno!

21 febbraio, 2007 11:29  
Blogger ruben dice che...

Be, sì.... le patatine fritte ogni tanto ci scappano. E adesso che ci penso, anche le verdure in pastella... mmmmmmmmmmm!!!!

21 febbraio, 2007 12:17  
Anonymous Anonimo dice che...

Immagino che tu volessi dire che bisogna evitare gli eccessi IPERcalorici, benché da un punto di vista speculare vadano evitati anche eccessi IPOcalorici (più rari ma ci sono).

Il buonsenso è la regola d'oro che ciascuno dovrebbe imparare, come dici giustamente tu, motivo per cui mi irrita assai quando è il ristoratore che crede di dover gestire al posto mio tentazioni, porzioni e scelte di salute.

(ps. una bistecca per me deve fare 250gr se no francamente preferisco una fettina di seitan o un branzino al sale)

21 febbraio, 2007 12:30  
Blogger LaCuocaRossa dice che...

ho finalmente capito perchè mangio così tanto: sono una "sciura" che però per mestiere zompetta sulle impalcature!
p.s. sono d'accordo quasi su tutto...il quasi è per i canederli a pallino...che tristezzaaaaaaa!!!:-P

21 febbraio, 2007 15:38  
Anonymous Anonimo dice che...

Prima di tutto TANTI TANTI auguri a Ruben per la sua attesa: avremo la continuità nel blog :-)

E brava la magrolina Waki, che si è accorta dell'errore: iper e non ipo.

Sulle alghe (ma su tante altre cose del genere) sono d'accordo con Ruben quando si tratta solo di fare colpo (con relativo prezzo) sul cliente. Se invece è dare un'emozione in più, si possono anche provare.

Poi, sul resto, avete tutte ragioni da vendere.

x la collega Rossa: benvenuta. Ho dato un'occhiata al tuo blog, interessante, ci torno.
Che fai la muratrice? Mi piacerebbe vederti d'estate, eh eh, fai come i maschietti? Pantaloncini corti, petto nudo e cappello di carta in testa?

21 febbraio, 2007 17:08  

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