Lasciate che i bimbi

Ringrazio Ruben che nel suo Patio Andaluz ha sollevato il problema.
Dovete sapere che la mia cucina è semiaperta, cioè è chiusa, ma non ha una porta d'ingresso che si chiude: dalla sala possono sbirciare dentro e vedermi, e viceversa, e così i rumori, che trasmigrano come in vasi comunicanti.
Dalla cucina sento quando entra qualcuno in sala (il tonfo della porta d'ingresso è inconfondibile), quando è ora di uscire con la portata successiva (il suono delle posate e dei piatti che vengono raccolti), quando qualcuno si è accomodato ad un tavolo (il tintinnio dei balloon che vengono prelevati dal service), quando un tavolo è al caffè (risate fragorose ad intermittenza: c'è sempre qualcuno che racconta barzellette) o è già arrivato al conto (le risate cessano di colpo). Tutti segnali che ormai fanno da sottofondo al nostro spadellare ed impiattare.
Ma succede anche che l'atmosfera sia allietata da gridolini e risatine di piccoli clienti. E' normale. Più sono piccoli e più sono spontanei ed incontrollabili. Il grave è quando i genitori se ne fregano altamente, pensando di essere al nido o nell'intervallo delle elementari.
Il bimbo di pochi mesi piange e non c'è verso che smetta? Non c'è problema: la nuova pediatria impone di non reprimere i figli, ed allora lasciali urlare. I più grandicelli si sono stufati di stare seduti e cominciano a giocare a darsela-e-prenderla per tutta la sala? Non c'è problema: qui non passano macchine, e quindi possono giocare sicuri.
Non importa se altri persone vorrebbero pranzare o cenare in santa pace, non importa se il bimbo va a sbattere contro una cameriera, rischiando di farle rovesciare il plateau di bicchieri o la minestra bollente, non importa se a tutti - cuochi compresi - dopo mezz'ora di urli il sistema nervoso è arrivato alla soglia della reazione schizofrenica. L'importante è che i figli non siano repressi, ne va del loro sviluppo psicologico futuro.
Ho la sensazione che si confonda la libertà con il menefreghismo e la mala educazione. Non è colpa dei figli, è colpa dei genitori: i bimbi non sono mai cafoni, lo sono i genitori. In una società permissiva un bel ceffone è una bestemmia, una violazione dei diritti dei minori, una violenza da telefono azzurro. E si rischia un bel servizio sul mostro nel tg nazionale.
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